Ibla, la voce che restituisce anima alla Sicilia

02.12.2025

di Luisa Procopio

C'è una generazione di giovani artisti che cerca di emergere rincorrendo algoritmi, trend, visualizzazioni. E poi c'è Ibla — Claudia Iacono — che fa esattamente il contrario: si volta indietro, scava nella storia, nelle ferite, nelle radici della sua terra per restituirle voce. Una voce che non imita, non compiace, non rincorre. Una voce che racconta.


Dalle strade di Porto Empedocle ai riflettori

Classe 1997, cresciuta tra il mare e i vicoli salmastri di Porto Empedocle, Ibla inizia a cantare quando è ancora bambina. A undici anni la musica è già un porto sicuro — una bussola. E non a caso, quando nel 2021 entra nella scuola di Amici di Maria De Filippi, porta con sé qualcosa di diverso: un misto di fragilità e forza, di sorriso e malinconia che conquista subito il pubblico.

La sua voce, calda e vibrante, non è semplice tecnica: è una storia che chiede di essere ascoltata.

L'esplosione televisiva e la nascita di un'identità

Durante il talent arrivano i primi inediti:

9 aprile 2021 – Libertad

Esce il singolo che segna il suo debutto discografico: un brano liberatorio, quasi un manifesto emotivo.

2021 – No te gusta

Presentato nella scuola di Amici, mescola sensualità latina e pop mediterraneo.

2021 – Lontano da qui

Più intimo, più personale: uno sguardo fragile verso ciò che sfugge e ciò che resta.

Sono canzoni che parlano d'amore, di rinascita, di prese di coscienza — temi universali — ma sempre con un'impronta identitaria che riporta al Sud, alla sua terra, a un sentimento di appartenenza che non si può imitare.

L'esperienza televisiva si conclude presto, è vero. Ma per Ibla non è una fine: è un inizio.

Un punto di partenza.

Una spinta verso il suo vero percorso.

La svolta: il ritorno alle radici

Quando molti si aspettavano da lei un album pop pronto a scalare le classifiche, Ibla sorprende tutti. E sceglie un'altra strada: più coraggiosa, più rischiosa, più intima.

Nasce così "Pi nun perdiri lu cuntu", un progetto dedicato a Rosa Balistreri, la grande cantastorie siciliana che ha narrato il dolore, la forza e la dignità della sua gente.

Questo non è un tributo.

È una dichiarazione d'amore.

Una promessa: non perdere il racconto, non perdere la storia, non lasciare che la memoria sfumi.

Le date che hanno segnato il progetto

3 maggio 2023 – Teatro Pirandello, Agrigento

Ibla porta per la prima volta sul palco il suo progetto, tra applausi, commozione e la sensazione che qualcosa di importante stesse accadendo.

10 agosto 2025 – San Cataldo, Piazza Papa Giovanni XXIII

Una notte estiva in cui la sua voce riempie la piazza, tra luci calde e un silenzio sospeso. Il pubblico ascolta, come si ascolta una confessione. O una preghiera.

Ogni concerto è un rito: Ibla non canta soltanto, incarna le storie.

Ogni parola è un affondo nel passato, un ponte tra generazioni, un abbraccio a chi non vuole dimenticare.

Un'artista in cammino

Oggi Ibla è questo:

non solo una cantante, non solo un volto televisivo, non solo una promessa.

È una narratrice.

Una donna che, attraverso la musica, tenta di tenere insieme ciò che spesso si disperde: la memoria, le radici, le voci di chi è venuto prima.

E mentre lavora a nuovi brani originali — ancora avvolti nel mistero — è chiaro che ogni passo della sua carriera segue una stessa direzione: autenticità, identità, coraggio.

Perché Ibla emoziona

Perché non canta per essere ascoltata: canta per far ricordare.

Perché prende le parole antiche e le riporta in vita.

Perché la sua musica non è solo intrattenimento: è respiro, terra, appartenenza.

E forse è proprio per questo che, tra le mille voci che nascono ogni anno, quella di Ibla continua a distinguersi:

perché è una voce che non si limita a cantare.

Racconta.

E allora Ibla rimane lì, in equilibrio tra passato e futuro, con la sua voce che sa di mare e di polvere antica.

Una voce che non urla, non pretende, non seduce: chiama.

Chiama chi ha voglia di ascoltare davvero, chi riconosce nella musica un frammento di verità.

Nei suoi concerti si respira qualcosa che somiglia alla Sicilia più profonda:

il vento tra le case alte, l'odore di zagara al tramonto, il silenzio parlante delle donne che hanno amato troppo e sofferto in silenzio.

Ibla raccoglie tutto questo e lo trasforma in canto.

E quando la sua voce si leva, non è solo un'esibizione:

è una finestra che si apre sul tempo, un lume acceso tra le pietre,

un filo sottile che lega le generazioni come in un unico, infinito racconto.

E forse è proprio questo il suo dono più grande:

ricordarci che ogni canzone è una casa,

e che a volte basta una voce sincera per tornare a sentirsi meno soli.