Un canto che dice ‘ti voglio bene, nonno’: il gospel entra nelle RSA di Desio
di Luisa Procopio
Durante i giorni di festa, quando le città rallentano e le famiglie si stringono attorno a una tavola imbandita o a un albero illuminato, c'è chi sceglie di portare la propria voce là dove il tempo sembra scorrere più lentamente: nelle Residenze Sanitarie Assistenziali. È quanto accaduto a Desio e in diversi comuni della Monza Brianza, dove il Coro Gospel Project di Desio diretto dal pastore Elvia Mazzon, nel corso delle domeniche di dicembre, ha trasformato le RSA in luoghi di musica, emozione e memoria condivisa, regalando agli anziani momenti di autentica felicità. L'ultima esibizione si è tenuta domenica 20 dicembre in Via Brennero 4/b di Desio, a conclusione di un percorso musicale vissuto con grande partecipazione.

Il Coro Gospel ha iniziato il 30 novembre esibendosi nella casa di riposo Pio e Ninetta Gavazzi di Desio, il 14 dicembre nella Casa di Riposo Pio Bella di Monza.
Le note calde e potenti del gospel hanno attraversato corridoi, sale comuni e cortili interni, rompendo la routine quotidiana e portando con sé un messaggio semplice ma profondo: "nonno, ti voglio bene". Non è stato solo un concerto, ma un gesto di vicinanza, un abbraccigospel
o collettivo fatto di voci, sorrisi e mani che si stringono a ritmo di musica. In un periodo dell'anno in cui il senso di solitudine può farsi più intenso, soprattutto per chi vive lontano dalla propria famiglia, la presenza del Coro Gospel Project di Desio, ripetuta domenica dopo domenica nel mese di dicembre, ha rappresentato una vera carezza per l'anima.
Gli anziani hanno accolto i cantanti con occhi lucidi e sorrisi sinceri. Alcuni hanno iniziato a battere le mani, altri hanno canticchiato melodie che riportavano alla mente ricordi lontani: feste in famiglia, messe affollate, momenti di gioia vissuti molti anni prima. La musica gospel, con le sue radici profonde e il suo linguaggio universale, ha dimostrato ancora una volta di essere capace di superare barriere generazionali e culturali, parlando direttamente al cuore.

Per gli operatori delle RSA di Desio e della Monza Brianza, queste iniziative rappresentano molto più di un semplice intrattenimento. Sono occasioni preziose per restituire centralità alla persona anziana, per ricordare che dietro ogni sguardo c'è una storia, una vita fatta di sacrifici, sogni e affetti. "Vedere i nostri ospiti così partecipi ed emozionati è il regalo più grande", raccontano alcuni educatori, sottolineando come la musica abbia un potere terapeutico straordinario, capace di migliorare l'umore e stimolare la memoria.
Il Coro Gospel Project di Desio, formato da volontari uniti dalla passione per il canto e dal desiderio di donare tempo agli altri, ha preparato con cura ogni esibizione. I brani scelti, allegri e carichi di speranza, sono stati pensati per coinvolgere e trasmettere energia positiva. Ma al di là della tecnica e dell'armonia, ciò che ha fatto davvero la differenza è stata l'intenzione: cantare per rendere felici gli anziani, per dire loro che non sono dimenticati, che continuano a essere una parte fondamentale della comunità.
In una società spesso concentrata sulla velocità e sull'efficienza, fermarsi ad ascoltare chi ha più anni sulle spalle è un atto rivoluzionario. Gli anziani custodiscono la memoria collettiva, rappresentano le radici su cui si costruisce il futuro. Portare musica nelle RSA significa riconoscere il loro valore, offrire un momento di bellezza e dignità, ma anche educare le generazioni più giovani al rispetto e alla gratitudine.
L'iniziativa del Coro Gospel Project di Desio, culminata il 21 dicembre all'RSA di Desio, assume così un significato simbolico forte: rendere felici gli anziani è un modo concreto per dire "ti voglio bene, nonno". È un messaggio che va oltre i legami di sangue e si estende a tutta la comunità. Perché ogni anziano potrebbe essere il nonno di qualcuno, e ogni sorriso strappato è una vittoria contro l'indifferenza.
Quando l'ultima nota si spegne e il silenzio torna a riempire le sale, resta qualcosa di prezioso: la sensazione di aver condiviso un momento autentico. Gli anziani salutano con la mano, ringraziano, chiedono quando il coro tornerà. E i cantanti se ne vanno con la consapevolezza di aver ricevuto più di quanto abbiano dato.
In fondo, il vero spirito delle feste sta proprio qui: nel dono, nella presenza, nella capacità di prendersi cura degli altri. E se basta una canzone per illuminare gli occhi di un nonno, allora vale la pena cantare ancora, e ancora, perché la felicità, quando è condivisa, diventa più forte.